Indiana Fever: tra l’enigma Clark e la certezza Mitchell

La stagione delle Indiana Fever si avvia verso la conclusione tra incertezze e prove di forza. Mentre il rientro della stella Caitlin Clark rimane un mistero, la squadra ha trovato in Kelsey Mitchell la leader capace di trascinarla nei momenti più difficili, tenendo vive le speranze per i playoff.

L’infortunio di Caitlin Clark: un rientro avvolto nel mistero

L’attesa per il ritorno in campo di Caitlin Clark continua a tenere con il fiato sospeso i tifosi delle Indiana Fever. La giocatrice è ferma per un infortunio all’inguine destro, subito poco prima della pausa per l’All-Star Game durante la trasferta contro le Connecticut Sun. Da allora, le informazioni sul suo recupero sono state estremamente limitate.

L’infortunio si è rivelato più ostico del previsto, tanto che Clark non è ancora tornata ad allenarsi con la squadra. L’allenatrice Stephanie White ha confermato ai giornalisti che non esiste una tempistica definita per il suo rientro. “Finché non la vedrete in allenamento, la situazione rimane invariata”, ha dichiarato mercoledì. A complicare ulteriormente il quadro, diverse fonti hanno riportato che, durante la riabilitazione, Clark avrebbe subito anche una contusione ossea alla caviglia sinistra, sebbene una fonte interna all’Indy Star abbia precisato che questo nuovo problema non dovrebbe influire sui tempi di recupero complessivi.

Il rientro di Clark è uno dei più grandi interrogativi della WNBA in questo finale di stagione. La vincitrice del premio “Rookie of the Year” della scorsa stagione, che non aveva mai saltato una partita al college e aveva giocato tutte le gare l’anno precedente, ha già mancato 22 partite quest’anno a causa di tre diversi infortuni muscolari.

La testimonianza di una compagna e la realtà della WNBA

A fornire qualche dettaglio in più è stata la compagna di squadra Sophie Cunningham, anche lei costretta a terminare la stagione in anticipo per una lesione al legamento collaterale mediale subita proprio contro le Sun. “Nemmeno lei sa quando tornerà. È una situazione che viene valutata letteralmente giorno per giorno”, ha spiegato Cunningham nel podcast “Show Me Something”. “Dobbiamo ricordare che, se non fosse nella WNBA, probabilmente starebbe già giocando. Ma a questo livello, con la profondità e il talento presenti oggi nel nostro campionato, l’obiettivo principale è riportarla in una condizione fisica ottimale per le partite”.

Già il 24 luglio, la franchigia aveva comunicato che gli esami medici approfonditi non avevano rivelato “danni o lesioni aggiuntive”, ma il tempo passa e l’assenza della sua tiratrice scelta pesa sempre di più.

Kelsey Mitchell: la leader nell’emergenza

Se da un lato l’infermeria è piena, dall’altro le Indiana Fever hanno scoperto di avere in casa una leader capace di caricarsi la squadra sulle spalle: Kelsey Mitchell. Contro le Connecticut Sun, in una partita che sembrava ormai persa con la squadra sotto di 21 punti nel terzo quarto, Mitchell ha cambiato il destino del match.

Dopo aver segnato solo quattro punti nel primo tempo, è esplosa nella seconda metà di gara, realizzandone 24 e portando la partita all’overtime. Nel tempo supplementare, ha segnato da sola 10 punti, più di tutta la squadra avversaria, chiudendo con un totale di 38 punti (eguagliando il suo record in carriera) e guidando le Fever alla più grande rimonta nella storia della franchigia. Grazie a questa prestazione, la seconda migliore per punti segnati in una singola partita in tutta la WNBA quest’anno, è stata nominata Giocatrice della Settimana della Eastern Conference.

Un punto fermo in una stagione turbolenta

“Kelsey è incredibilmente efficiente nel trovare il suo ritmo”, ha commentato l’allenatrice Stephanie White. “Con tutti questi infortuni, la nostra distribuzione dei tiri non è quella di sempre, ma abbiamo continuato a darle la palla in situazioni complicate e lei ha sempre risposto presente”.

Scelta come seconda assoluta al draft WNBA del 2018, Mitchell è stata una costante per le Fever attraverso otto stagioni difficili, segnate da cambi di allenatore e risultati deludenti. In questo campionato, con l’assenza prolungata di Clark e gli infortuni che hanno messo fuori gioco anche le guardie Sydney Colson e Aari McDonald, la squadra si è affidata a lei più che mai. “Ci siamo appoggiati molto su di lei e ha continuato a essere esattamente ciò di cui avevamo bisogno”, ha aggiunto White. “Ha abbracciato la situazione, ha guidato con l’esempio ed è stata in grado di sopportare il carico per noi”.

Le sue statistiche lo confermano: sta mantenendo una media di 20.4 punti a partita (la più alta in carriera e la quarta migliore della lega) e ha già realizzato 88 tiri da tre punti, tenendo vive le speranze delle Fever di raggiungere i playoff.