Il ritorno del Rugby a 7 ai SEA Games: Bangkok pronta ad accogliere la sfida
Il Rugby a 7 fa il suo atteso ritorno ai SEA Games (Giochi del Sud-est asiatico) in Thailandia nel 2025. È la prima volta che questa disciplina viene inclusa nel programma dal 2019, anno in cui le Filippine trionfarono nel torneo maschile e la Thailandia in quello femminile. L’evento si svolgerà a Bangkok, precisamente il 13 e 14 dicembre, presso il Dhupatemiya Stadium, all’interno del complesso sportivo della Royal Thai Air Force.
Le nazioni in gara e le assenze notevoli
Il torneo vedrà la partecipazione di sei nazioni del Sud-est asiatico: Singapore, Filippine, Malesia, Laos, i padroni di casa della Thailandia e l’Indonesia (sebbene quest’ultima abbia registrato un ritiro dell’ultimo minuto nel settore maschile). Al contrario, Cambogia, Vietnam, Timor Est, Brunei e Myanmar non prenderanno parte alla competizione di due giorni. La formula prevede un girone unico sia per gli uomini che per le donne; al termine della fase a gironi, solo le prime quattro classificate accederanno alle finali per le medaglie: le prime due si contenderanno l’oro, mentre la terza e la quarta lotteranno per il bronzo.
Le ambizioni della Thailandia e i favoriti per il podio
La squadra femminile tailandese si presenta ai nastri di partenza come la grande favorita, forte del miglior piazzamento tra le squadre concorrenti nelle Asia Rugby Sevens Series 2025. Avendo già conquistato l’oro diverse volte consecutivamente ai SEA Games, le campionesse in carica sono determinate a offrire uno spettacolo memorabile davanti al pubblico di casa, con Singapore e Malesia pronte a dare battaglia come principali rivali.
Il Presidente della Federazione Rugby del Sud-est asiatico e attuale Presidente della Thai Rugby Union, il Tenente Colonnello Kunthon Prachuabmoh, ha espresso grande ottimismo. “Per la squadra femminile, sono sicuro al 1000 per cento che otterranno la medaglia d’oro”, ha dichiarato. Per quanto riguarda il torneo maschile, la situazione appare più equilibrata, con quattro squadre in ottima forma: Filippine, Malesia, Singapore e Thailandia. Prachuabmoh ha aggiunto: “Ai SEA Games del 2019, la squadra maschile tailandese ha vinto il bronzo. Ma quest’anno sono fiducioso grazie alle prestazioni nelle recenti serie asiatiche. Le donne sono arrivate terze, perdendo solo contro Cina e Giappone, mentre gli uomini hanno ottenuto un quinto posto che mi rassicura sul loro potenziale”.
La strategia di Singapore e la preparazione delle squadre
Paul Tietjens, capo allenatore di Singapore, è consapevole delle insidie del torneo. “Per gli uomini, sappiamo di andare incontro a un sorteggio molto impegnativo e spietato. Il formato non offre seconde possibilità, quindi è cruciale iniziare bene e mantenere lo slancio per tutto il weekend”, ha affermato. Tietjens ha sottolineato l’importanza di rimanere concentrati sul processo e sui ruoli fondamentali. Anche per la squadra femminile il messaggio è simile: l’obiettivo immediato è la prima partita contro la Malesia, puntando sulla solidità dei fondamentali e sulla coesione del gruppo.
Le donne di Singapore hanno già svolto un ritiro in Thailandia per prepararsi al meglio, cercando di migliorare il quinto posto ottenuto nell’edizione 2019.
Novità dalle formazioni e prospettive future
La squadra femminile della Thailandia, guidata nuovamente dal tecnico Lote Raikabula da agosto 2025, guarda oltre i giochi regionali, puntando al torneo HSBC SVNS Division 3 del 2026. La manager della squadra, Ms. Suthasanee, considera i SEA Games un banco di prova fondamentale per testare la forma fisica e il gioco in vista degli impegni internazionali a Dubai.
Wannaree Meechok, capitano e colonna portante della squadra, ha ribadito l’obiettivo di difendere il titolo: “Tutti i concorrenti daranno il massimo e noi siamo determinati a fare lo stesso. Giocando in casa, non saremo compiacenti. Il nostro obiettivo, oltre all’oro, è testare vari sistemi e strategie prima delle World Rugby SVNS Division 3 Series”.
Lo scenario internazionale: le Eagles sfiorano il podio a Cape Town
Mentre l’Asia si prepara per i giochi regionali, sul fronte internazionale le World Series continuano a regalare emozioni. Dopo il quinto posto a Dubai, la nazionale femminile degli Stati Uniti ha cercato di migliorarsi a Cape Town, in Sudafrica, chiudendo il torneo al quarto posto dopo una sconfitta di misura contro la Francia nella finale per il bronzo.
Il percorso degli USA tra luci e ombre
Le americane hanno mostrato carattere battendo Fiji e Gran Bretagna nella prima giornata, risultati sufficienti per garantire un posto in semifinale, nonostante una sconfitta contro la Nuova Zelanda. In semifinale, tuttavia, le Eagles si sono scontrate con un’Australia dominante, subendo una netta sconfitta per 34-7, prima di cedere alla Francia per 15-12 nella finale per il terzo posto.
L’allenatrice degli USA, Emilie Bydwell, ha analizzato lucidamente la prestazione: “Siamo arrivati con grandi obiettivi ma concentrati su una partita alla volta. Battere la Gran Bretagna ci ha messo in un’ottima posizione”. Bydwell ha riconosciuto la superiorità dell’Australia in quella specifica giornata e ha sottolineato l’importanza di imparare a gestire i momenti di pressione, specialmente quando la squadra è in vantaggio.
Cronaca delle sfide decisive
Nel girone B, gli USA hanno aperto con una vittoria convincente contro le Fiji. Sarah Levy si è distinta con una corsa a tutto campo su calcio di Kristi Kirshe, servendo poi Kaylen Thomas per la meta. Nonostante la reazione delle fijiane, le americane hanno chiuso sul 15-7. Contro la Nuova Zelanda, la musica è cambiata: le Black Ferns hanno imposto il loro ritmo vincendo 38-12, nonostante i tentativi di rimonta guidati da Kirshe e Su Adegoke.
La partita da dentro o fuori contro la Gran Bretagna ha visto le Eagles prevalere 31-17, grazie a una splendida visione di gioco di Ashley Cowdrey e alla velocità di Thomas e Adegoke, assicurandosi così la semifinale.
Nella fase finale, l’Australia si è dimostrata un ostacolo insormontabile, chiudendo il primo tempo sul 19-0. Una meta di Thomas nella ripresa non è bastata a riaprire i giochi contro le Wallaroos. Nella finale per il bronzo contro la Francia, le americane hanno lottato duramente. Dopo aver subito la prima meta, Ariana Ramsey ha risposto andando a segno poco prima dell’intervallo, ma lo sforzo finale non è stato sufficiente per agguantare la medaglia, lasciando alla squadra statunitense preziosi spunti su cui lavorare in vista della prossima tappa di Singapore a gennaio.