Laver Cup 2025: Agassi e Rafter inaugurano una nuova era per il Team World

Un tempo rivali sui campi più prestigiosi del mondo, oggi alleati per un obiettivo comune. Andre Agassi e Patrick Rafter, icone del tennis che hanno segnato un’epoca, si ritrovano fianco a fianco per guidare il Team World alla Laver Cup di San Francisco, segnando una svolta storica per la competizione. Agassi assume il ruolo di capitano, succedendo a John McEnroe, mentre Rafter sarà il suo vice. Anche il Team Europe volta pagina, con Yannick Noah che prende il posto di Bjorn Borg.
Il sodalizio tra i due ex numeri 1 del mondo nasce da un profondo rispetto reciproco, forgiato in 15 memorabili sfide tra il 1993 e il 2001. “A dire la verità, non credo che avrei accettato se Pat non avesse detto che si sarebbe unito a me”, ha confessato Agassi. “Era uno dei più grandi giocatori, atleti e competitori”. Un sentimento pienamente ricambiato da Rafter: “Quando Andre mi ha chiesto di partecipare, ho pensato subito che fosse un’opportunità fantastica. Ho un enorme rispetto per lui e sono entusiasta di questa avventura”.
La strategia del nuovo capitano
Ospite di un episodio speciale dal vivo del popolare podcast “Served” di Andy Roddick, tenutosi nella Fan Zone della Laver Cup, Andre Agassi ha delineato la sua visione per la squadra. “Certo, siamo qui per vincere”, ha dichiarato, “ma il mio obiettivo è anche offrire a ogni giocatore una prospettiva utile per la sua carriera, fornendo consigli pratici che possano aiutarli nell’immediato”. Agassi ha spiegato di voler agire sia “in tempo reale” durante gli incontri, sia con uno “sguardo a lungo termine” durante gli allenamenti. Ha inoltre commentato il formato del Laver Breaker da 10 punti, che non lascia mai nulla per scontato e permette rimonte veloci. Con una battuta, ha poi rivelato la sua unica preoccupazione in panchina: “L’unica cosa che mi preoccupa è non dire parolacce. La tensione è reale, ma devi riuscire a trasmettere il tuo messaggio”.
San Francisco accoglie la Laver Cup: si accende la Fan Zone
L’apertura della Fan Zone a Thrive City, lo spazio antistante il Chase Center, ha segnato l’inizio ufficiale delle attività per il pubblico. Fin da subito, i tifosi hanno affollato l’area, partecipando alle attività interattive proposte dagli sponsor e mettendo alla prova la propria abilità nel “Laver Cup Serve Challenge”. Tra gli articoli più venduti nello store ufficiale, il personale ha segnalato le spille a tema San Francisco e i tubi di palline da tennis personalizzati. Tra la folla spiccava un gruppo di 50 giovani tennisti della St. Ignacius College Preparatory, accompagnati dal loro direttore sportivo. “È un ricordo che avranno per sempre”, ha commentato, aggiungendo che “alcuni di loro hanno persino già incontrato Roger Federer in giro per la città. I ragazzi sono assolutamente entusiasti”.
Dietro le quinte: il Media Day dei giocatori
La giornata dei giocatori è iniziata con i ritratti ufficiali per la stampa. Prima di incontrare i giornalisti per le interviste e la conferenza stampa, ogni atleta ha posato per il team di fotografi della Laver Cup. “Voglio apparire al meglio”, ha scherzato il capitano del Team Europe, Yannick Noah. L’atmosfera era rilassata, con i fotografi che alternavano scatti “più seri e intensi” a pose sorridenti. Dopo aver seguito le indicazioni per una posa, Carlos Alcaraz ha suscitato l’ilarità del vice-capitano Tim Henman, che ha commentato: “E poi ti dicono ‘sii naturale'”. Successivamente, i giocatori, indossando le divise ufficiali delle rispettive squadre, hanno risposto alle domande dei media prima di scendere in campo per l’Open Practice Day davanti a un Chase Center gremito di fan.
Il ritorno di John Isner
L’ex stella del Team World, John Isner, ha fatto il suo ritorno sui campi neri della Laver Cup per un evento speciale con uno degli sponsor del torneo. “Sono semplicemente felice di essere di nuovo qui”, ha dichiarato l’americano. “Amo questo evento e sono contento di aver potuto portare mio figlio, che si sta appassionando molto al tennis”. Isner ha ammesso di provare un sentimento agrodolce: “Certo, ti manca essere in campo ad allenarti con i ragazzi”, ha detto osservando Alexander Zverev e Holger Rune, “ma è un lavoro durissimo, quindi ora posso finalmente rilassarmi e godermi lo spettacolo”.